L’antroposofia di Rudolf Steiner nell’educazione e l’applicazione delle campane tibetane, trovano concetti in comune

Dopo Maria Montessori, che dava una prospettiva di metodo educativo piuttosto scientifica, questa volta vorrei dedicarmi a Rudolf Steiner e ai suoi concetti su un’educazione diversa da com’è oggi. La sua teoria è basata sulla libera espressione delle potenzialità del bambino attraverso l’apprendimento di tutte le arti. Rappresenta una pedagogia non teorica, ma basata su un’antropologia vivente, che ha come obiettivo la formazione di individui liberi da condizionamenti, in cui pensiero, cultura, sentimento e volontà cooperino in armonia.
Nato nel 1861 nel territorio austro-ungarico, oggi Croazia, è cresciuto in grande semplicità, in modeste condizioni economiche con altri due fratelli, in un paesaggio meraviglioso che ha lasciato impronte sulla sua anima. Già da bambino è stato attratto dalla pratica, mentre ha imparato tardi a scrivere correttamente. Assieme alle scuole tecniche frequentate, secondo il desiderio di suo padre, in segreto ha seguito il liceo classico, imparando greco e latino. Con una borsa di studio si è iscritto all’università di Vienna, alla facoltà di matematica e scienze e ha frequentato anche letteratura, filosofia e storia. Per mantenersi dà molte lezioni private che gli permettono di sviluppare esperienza sull’educazione. Scrittore e conferenziere alla Società Teosofica di Berlino, ha fondato nel 1913 la Società Antroposofica, dove ha continuato la sua attività di conferenziere instancabile in tutta l’Europa, con lo scopo di dare nuovi impulsi per rinnovamenti in vari campi della vita: arte, medicina, agricoltura, sociologia, scienza e pedagogia. Dopo l’ultima conferenza, quando le forze lo abbandonano, continua a scrivere fino all’ultimo giorno, il 30 marzo 1925.
La moderna civiltà tecnologica ha portato all’umanità meravigliose conquiste in ogni area della vita, al prezzo della perdita di una parte della saggezza e delle tradizioni su cui si è costruita l’umanità. Dopo la prima guerra mondiale già emergevano questioni socio-culturali, economico-finanziarie e servivano interventi tempestivi. L’educazione era un’area che necessitava di rinnovamento più fortemente. Il proprietario della fabbrica di sigarette Waldorf Astoria ha desiderato realizzare un nuovo tipo di scuola per i figli dei suoi dipendenti e ha dato a Steiner l’incarico per organizzare l’intera scuola. Così è partita la prima scuola Waldorf a Stoccarda nel 1919, ora conosciuta anche come scuola Steineriana e diffusa in tutto il mondo, per la sua pedagogia universale e perché può essere rielaborata e applicata nel rispetto di qualsiasi contesto sociale.
Le basi della sua pedagogia sono antropologia e psicologia evolutiva, trattate nel testo “Antropologia generale” (1919), in cui spiega che ogni essere è costituito da tre aspetti dell’esistenza: 1. esteriore-fisico, percepibile attraverso i sensi; 2. interiore, fatto di esperienze personali e in base a queste esperienze l’individuo si relaziona con il mondo, si esprimono i pensieri, i sentimenti e gli atti volitivi; 3. quello più complesso, che riguarda i contenuti, gli ideali e l’insieme dei valori che costituiscono il patrimonio dell’umanità.
“Tutto lo sviluppo umano può essere visto come un percorso all’interno del quale l’individuo si libera progressivamente dagli elementi ereditari per trovare la dimensione della sua unica e irripetibile individualità.” (G. Aldi, G. C. Belvedere, A. Coccagna, L. Locatelli, S. Pavone: Un’altra scuola è possibile, pg.68.) Per questo il punto centrale è rafforzare l’Io, il nucleo essenziale dell’individuo, aiutando a sviluppare facoltà con cui esprime se stesso e si relaziona con il suo ambiente in modo socialmente fruttuoso. L’educatore sostiene l’inserimento dell’Io dell’allievo stimolandone le competenze. Il suo concetto richiede che l’insegnante svolga un lavoro evolutivo su se stesso, cioè un’autoeducazione continua.
L’anima dapprima è solo un germe. Nel corso della vita l’uomo attraversa una naturale maturazione. Steiner, sulla base dell’antica saggezza che inquadra l’organismo temporale dell’uomo entro la legge planetaria del settenario, che regola ogni mutamento, riconosce diverse fasi di sviluppo o settenni; ogni epoca è retta a livello organico e psichico e ha il corrispondente pianeta guida. Nel corso della vita l’uomo attraversa tute le sette sfere planetarie. L’età scolastica riguarda tre fondamentali fasi che sono:
– fino ai primi 7 anni (periodo prescolastico), guidato dalla Luna, che corrisponde all’argento. Favoriscono la fecondazione, lo sviluppo, la nascita, la crescita del bambino, la capacità immaginativa, la fantasia, l’imitazione e l’affidarsi al suo ambiente. Il bambino impara attraverso il gioco e l’imitazione, che a quest’età è vitale. Assorbe e fa esperienze; sensazioni, stimoli di ogni tipo e parole penetrano nella sua interiorità, plasmandolo fin nel suo intimo. Le esperienze visive, sonore, olfattive, tattili, di movimento e di linguaggio lo accompagnano per una sana crescita. Tutto ciò serve a che il bambino possa sentirsi sicuro e libero di esprimersi. Le attività con le campane tibetane per bambini stimolano proprio queste capacità del bambino.
– da 7 a 14 anni (età scolastica), determinato da Mercurio, corrispondente al metallo mercurio. Dopo aver sviluppato l’organismo fisico e le funzioni organiche compare la vita interiore individuale, l’intelligenza per dare sostegno alla formazione di immagini e rappresentazioni, che sono i fondamenti della memoria. Si appropria in pochi anni di un vasto patrimonio di conoscenze. Vuole scoprire il mondo e vuole sapere che è interessante, bello e ordinato attraverso la volontà e il sentimento. L’educatore, organizzando il suo insegnamento secondo i tempi, i ritmi e gli spazi stimola l’allievo per aprire le sue porte verso il mondo. È un lavoro di opera d’arte tramite le attività musicali, recitative, pittoriche, di modellaggio, di scultura, di euritmia.
-da 14 a 21 anni (giovinezza), caratterizzata dai processi di Venere, che corrisponde al rame. All’arrivo della pubertà si risvegliano la sensibilità e lo scambio affettivo. Tutto eccita il suo animo con reazioni violente del sentimento: simpatie e antipatie. Le attività dell’anima iniziano ad emanciparsi e l’Io diviene attivo nell’anima. È il periodo in cui pensiero logico, ragionamento astratto e giudizio si manifestano sempre di più. Cresce un rapporto armonico tra fantasia e pensiero causale, si sviluppa l’intelletto e accresce la vita sociale. Le tre facoltà di pensare, sentire e volere crescono assieme.
La campana tibetana è costruita di sette metalli, corrispondenti ai pianeti, e proprio per questo è capace di rapportarsi con ogni età dell’uomo senza limiti. Riesce ad accostare l’anima e a sostenerla nei suoi bisogni. È orientata ad armonizzare la parte fisica, psichica-animica e spirituale, similmente all’obbiettivo della pedagogia steineriana.
Gli obiettivi sono di favorire una crescita sana e armoniosa, sostenere e potenziare i talenti, sviluppare curiosità, interesse e amore per il mondo, fare crescere un individuo autonomo e libero, stimolare il risveglio verso il mondo e i compiti, e la competenza sociale. Nell’educazione steineriana, così come nell’attività della campana tibetana, al primo posto stanno lo sviluppo sensorio e l’abilità manuale fine.
Come nelle scuole steineriane si crea un clima di condivisione dove le famiglie sono parte attiva e fondamentale del processo educativo, partecipando all’evoluzione dei propri figli in sintonia, così anch’io, applicando lo stesso concetto, coinvolgo volentieri i genitori nelle attività con le campane durante i miei corsi, perché un bambino in continua evoluzione può essere sostenuto dai genitori che crescono assieme con lui.

Bibliografia:
Steiner: L’educazione dei figli a cura di Giovanna Chiantelli, 2015, Oscar Mondadori, Milano

2018-11-15T16:16:18+00:00